domani al cinema

Lezione un po' particolare quella di domani.
Ci dedicheremo (insieme ad altri corsi) alla visione e all'analisi di un film recente, un documentario che ha suscitato una grande discussione. Preventiva però, almeno nella maggior parte dei casi.

Il film è Videocracy, di Eric Gandini, un documentario del 2009 girato da un regista italiano ma residente in Svezia. Che cosa voleva raccontare Gandini? è presto detto, basta guardare il trailer


Il film è a tema e - attenzione - è stato pensato soprattutto per un pubblico non italiano. E per quel tipo di pubblico sembrerebbe funzionare con grande efficacia (leggete qui cosa scrive un giornale svedese).

I critici italiani, invece, ne danno una lettura molto più critica e, se volete farvene un'idea, potete fare un giro qui .

Tuttavia il film ebbe un certo successo (tenendo conto che si trattava di un documentario) anche per il clamore suscitato dall'esclusione dei trailer dalla tv (qui potete leggere l'articolo in cui Domenico Procacci, della Fandango, descrive quanto accaduto), episodio che sembrerebbe avere a che fare più che altro con la delicatezza della materia nella sfera pubblica italiana.

Non ci limiteremo però ad una generica deprecazione del tipo o tempora o mores! Piuttosto cercheremo di capire il contesto e di confrontarci con alcuni grandi temi: immaginario collettivo, industria culturale, mutazione antropologica.
Questioni su cui poi torneremo: mercoledì passeggeremo a passo di gambero fino agli anni Settanta per riprendere il filo interrotto del discorso e analizzare le trasformazioni della radio e la nascita della televisione commerciale.

resoconto per immagini

Ormai in ritardo cronico (cosa che non fa bene ad un blog, seppure dalla natura insolita come questo), volevo raccontarvi l'iniziativa Per L'Aquila del 17 marzo scorso.
Avrei voluto raccontarvi, dovrei dire.
Perché ormai sono passati diversi giorni, ed è anche uscito un servizio sul Centro. Per le parole potete fare riferimento a quello. (è qui sotto: se ci fate clik sopra le immagini dovrebbero ingrandirsi)

Per le emozioni, forse ci sarà un modo di farle provare a chi non c'è stato: ma è ancora presto per dirlo, e vi farò sapere.

Per il racconto, invece, mi avvalgo delle foto di chi era lì (grazie Jenny).

All'inizio è stato un po' complicato.

Tante cose da fare. Scalette da organizzare. Persone con cui parlare. Tecnologia in aperta ribellione.

Poi abbiamo cominciato.
E c'era tanta gente.
Qualcuno prendeva appunti.
Parole, immagini ed emozioni hanno condotto l'intera giornata.

E chi ha voluto ha detto la sua.
Volevamo una discussione collettiva, e quello è stato. Lasciandoci solo una certezza: che c'è ancora tanto da riflettere, da dire e soprattutto da fare.
E che non bisognerà lasciar cadere quello che si è cominciato a costruire.

"mi faccia il pieno, grazie"

Settimana piena, la prossima.
Le lezioni, d'accordo. E venerdì devo essere a Bergamo per un corso di formazione per insegnanti sugli anni Sessanta.
In mezzo c'è questo
E' un'iniziativa in cui confido molto. L'abbiamo organizzata con Umberto Gentiloni - insegna storia contemporanea a Scienze politiche nella mia stessa università - lontano dalle logiche tipiche degli incontri accademici. Abbiamo voluto che l'incontro diventasse soprattutto un momento di partecipazione civile.
Così andremo quasi "senza rete". Però le adesioni sono state molte e l'interesse è abbastanza alto.
Intanto ne hanno parlato qui.
Vedremo.
Poi vi dirò.

slides sui media durante il fascismo

Alla fine ce l'ho fatta. E proprio nel momento in cui il tempo sembra scarseggiare più del solito.
Ecco finalmente a chi lo aspettava una lunga serie di slides sui media durante gli anni del fascismo. Non c'è tutto, naturalmente: non c'è molto cinema, non c'è la sperimentazione sulla televisione, non ci sono i giornali... c'è soprattutto la radio, in realtà. Del resto quelli erano i radio days, per citare un bel film.
In ogni caso spero che possa servire come linea guida per lo studio, o almeno come strumento per un veloce riepilogo.



Ah,  ho notato che c'è qualche problema con alcuni caratteri, come al solito... correggerò...

ci vediamo qui

Domani.
Naturalmente, prima ne parliamo a lezione...

Ma niente paura, non più di una novità a settimana: mercoledì riprendiamo con le lezioni "normali"

in ritardo, sono in ritardo...

Sono un po' in ritardo, lo so.
Magari qualcuno viene qui cercando le slide delle lezioni e non le trova. Il problema è che le presentazioni che preparo per le lezioni hanno immagini e suoni, e prima di metterle sul web devo convertirle in slide "statiche". E ci vuole un sacco di tempo: molto più di quello che ho, fra parentesi.

Sono fiducioso nel perdono di chi si trovasse a passare da queste parti (ma qualcuno c'è?) e vado avanti con gli aggiornamenti della settimana appena trascorsa.

Ci siamo occupati di propaganda di guerra e di guerra radiofonica. Una lezione intensa, alla quale andrebbero aggiunte molte, molte altre cose.

Per esempio, abbiamo parlato della guerra civile spagnola e ho detto che è una guerra combattuta anche con i media. Ho fatto qualche accenno alla fotografia, ai periodici illustrati e al cinema ma non ho avuto il tempo di approfondire. Chi volesse farlo può leggersi quest'articolo di Luisa Cicognetti, intitolato Guerra civile spagnola e mercato dei media.
Oppure, abbiamo accennato, parlando della "guerra delle onde", alle radio partigiane, una storia poco conosciuta: ecco qui un buon articolo di Piero Ambrosio e Aldo Lovatto su Radio Libertà.

La lezione di mercoledì, invece, è stata dedicata interamente a progettare un programma radiofonico in più puntate sulla storia dell'Italia repubblicana raccontata dalle e attraverso le canzoni. 
E qualcosa di interessante inizia a venire fuori. 
 
Andrea Sangiovanni © Creative Commons 2010 | Plantilla Quo creada por Ciudad Blogger